Volo Germanwings & Effetto Werther - Considerazioni Scientifiche/Psicosociali (di F. Delicato)
Volo
Germanwings & Effetto Werther -
considerazioni
Scientifiche/Psicosoiali circa le conseguenza della copertura mediatica del
caso
Circa la tragedia del Volo
Germanwings si è scritto molto e si è analizzato sotto molti punti di vista
l'accaduto, in particolar modo l'autore del gesto il copilota del Volo in
questione.
I media da giorni inondano con servizi TV, giornali e un mare di articoli in
internet la popolazione mondiale che giustamente deve essere informata sui
fatti. Tralasciando le polemiche sull'etica del giornalismo e sulla Corretta
Informazione Vs. Sensazionalismo (per vendere una copia in più o ricevere
qualche click in più) vorrei porre l'attenzione su una questione ben diversa,
ovvero circa conseguenze di questa eccessiva copertura mediatica sulla
popolazione globale.
Per fare ciò, faccio un passo indietro al 1974 quando un ricercatore
dell'Università della California David Philips postulò il c.d. "Effetto
Werther".
Il fenomeno prende il nome dal romanzo di Goehe " I dolori del giovane
Werther " ed il fatto che il suicidio del protagonista del romanzo (mi si
perdoni lo spoiler per chi non avesse letto il libro, mi era necessario)
ebbe una fortissima risonanza, visto anche il grande successo del testo, ma
si rilevò anche un forte aumento del numero di suicidi emulativi in tutta
europa tale che in molti paesi le autorità ne vietarono la libera
circolazione e/o la vendita.
Il lavoro di Philips ricontestualizza questo fenomeno in tempi moderni;
dalle sue ricerche si evince che subito dopo un suicidio da prima pagina la
frequenza di suicidi aumenta drammaticamente nelle zone dove la diffusione
della notizia ha avuto molta risonanza con particolare correlazione fra
spazio dedicato alla notizia e numero di suicidi imitativi.
Nella seguente figura vi è un grafico molto esplicativo del lavoro di
Philips :
Dati più recenti indicano che la stessa
correlazione di questo grafico (basato su notizie di quotidiani americani
tra il 1947 ed il 1968) vale anche per le notizie Televisive (Bollen e
Philips 1982; Gould e Shaffer 1986; Schmidtke e Hafner 1988)
Purtroppo le considerazioni in merito all'argomento non finiscono qui.
Il Prof. Robert Cialdini in numerosi scritti (R.B.Cialdini 1984, 1993)
avalla e spiega coerentemente gli studi di Philips in chiave
Psicologico-Sociale utilizzando il concetto di "Riprova Sociale".
Utilizzando tale concetto si comprendono molto bene i dati forniti dalle
ricerche di Philips citati ed anche gli ulteriori dati e considerazioni
circa una correlazione tra "incidenti mortali" e le notizie di un suicidio
clamoroso.
Secondo Philips questa correlazione è spiegabile nella misura in cui molti
incidenti mortali (automobilistici, aerei etc.) possono essere "mascherati"
e sottendere invece ad una volontà suicidiaria dell'autore del gesto. Per
cui alcuni di questi incidenti non dovrebbero essere annoverati tra i
semplici incidenti stradali ma come veri e propri suicidi. Purtroppo non è
facile e agevole differenziarli possiamo solo fare inferenze statistiche
circa il numero di incidenti prima e dopo l'evento clamoroso.
Nella seguente figura i grafici che evidenziano il fenomeno.
Come risulta da questi grafici il pericolo maggiore esiste 3/4 giorni dopo
la diffusione della notizia; in seguito vi è un breve calo e poi un
ulteriore picco a circa una settimana di distanza. Dall'undicesimo giorno in
poi non ve ne è più traccia dell'effetto.
Cialdini (R.B.Cialdini 1984, 1993) sottolinea come le ricerche in merito a
partire da quelle di Philips dimostrino che il fenomeno della riprova
sociale è tanto più evidente quanto più ci si può identificare nell'autore
del gesto; infatti nelle ricerche citate, quando a suicidarsi era un giovane
, alla notizia seguivano principalmente suicidi (o incidenti sospetti) di
giovani della stessa fascia di età o comunque con forti affinità. Per
converso quando la notizia riguardava persona Adulta i suicidi seguenti
erano prevalentemente di adulti con delle forti similarità, e non di giovani!
Tanto è potente questo fenomeno psicosociale che non solo i suicidi ma anche
notizie molto violente influenzano la popolazione portando anche a casi
clamorosi. Ciò è prova di quanto ciò che è simile a noi, o che consideriamo
tale, possa influenzare le nostre azioni ( la prevalenza di suicidi seguiti
al clamore del libro di Goethe su citato, era in forte correlazione per
fascia di età con il protagonista, Werther).
Al termine di questo ragionamento, e tenendo presente le ricerche citate (e
molte altre che per brevità non lo sono state) ritengo preoccupante l'enfasi
che si attribuisce ad eventi del genere ed in particolar modo in questo caso
: se è vero che il fenomeno (aumento di suicidi/incidenti seguiti a notizie
del genere) ha più effetto in zone in cui la notizia ha avuto massima
diffusione, ebbene in questo caso la zona di massima diffusione (con dovute
eccezioni territoriali) è IL MONDO INTERO!
Sarà pressoché impossibile monitorare e indagare sui suicidi/incidenti
sospetti su di un territorio così vasto, ma l'effetto Wherter ci da una
amara sicurezza : essi ci saranno (e alcuni saranno già avvenuti) e nessuno
(o quasi) li metterà in correlazione, anche solo per ipotesi, con il fatto
in questione.
Dott. Fabio Delicato
Psicologo, Psicopatologo Forense, Criminologo
CTU e Perito presso il Tribunale di Napoli