Il Gioco d'azzardo Patologico : una pericolosa
spirale
( a cura di Marinelli Giuseppina )
La ludopatia, o gioco d'azzardo patologico, è una vera e propria patologia, un impulso incontrollabile a giocare, una dipendenza che, attenendoci ai dati forniti dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), coinvolge il 3% della popolazione adulta, vale a dire un milione e mezzo di italiani.
La parola ludopatia, recentemente diffusa, è formata da due parti: ludo (gioco) e patia (stato di sofferenza) e descrive la passione morbosa, ossessiva che si ha verso le scommesse e il gioco.
Il gioco d'azzardo patologico è un comportamento persistente, ricorrente e si configura come un problema caratterizzato da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che finisce per assorbire sempre più tempo quotidiano, trascurando gli affetti familiari, il lavoro o le opportunità scolastiche.
La dipendenza da gioco si colloca tra i distrurbi del controllo degli impulsi, è una variante del distrurbo ossessivo-compulsivo per la natura compulsiva dell'azione associata all'incapacità di smettere.
Il gioco d'azzardo patologico è stato riconosciuto come patologia nel 1980 dall'Associazione degli Psichiatri Americani e definito una "dipendenza senza sostanza", spesso accompagnata da problemi della sfera emotivo-affettiva, da disturbi dell'attenzione, dall'uso di sostanze stupefacenti e/o di alcool.
Se il giocatore presenta almeno cinque dei seguenti sintomi, è affetto dal gioco d'azzardo patologico:
- E' assorbito dal gioco (è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a escogitare modi per procurarsi denaro);
- Ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per far fronte allo stato di eccitazione che lo pervade;
- Tenta di ridurre, controllare o interrompere il gioco, ma senza successo;
- E' irrequieto e irritabile quando si astiene dal gioco;
- Gioca per riparare i sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione;
- Dopo aver perso, torna un altro giorno per tentare di recuperare quanto perso in precedenza;
- Commette azioni illegali per finanziare il gioco (falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita);
- Chiede denaro agli altri per alleviare la sua compromessa situazione economica ma, nella maggior parte dei casi, finisce per indebitarsi ulteriormente.
I fattori che predispongono al rischio patologico sono stati individuati negli aspetti che seguono:
- aspetti biologici (livello di serotonina più basso rispetto alla media);
- aspetti ambientali ed educativi
(persone cresciute in famiglie con problemi economici o di disoccupazione);
- aspetti psicologici (dimostrare agli altri e a se stessi di riuscire a controllare il fato).
Gli ossessionati dal gioco presentano sintomi suddivisibili in:
- sintomi fisici (disturbi alimentari, mal di testa, ansia, palpitazioni);
- sintomi psichici (nervosismo, sensi di colpa, impulsività);
- sintomi sociali (isolamento, liti familiari, incapacità a gestire il denaro).
La probabilità di incorrere nella dipendenza è maggiore se si è di sesso maschile, con un basso livello di istruzione e altri familiari dipendenti.
Le donne casalinghe sono più propense al gioco rispetto a quelle impegnate in varie attività.
Le persone affette da ludopatia spesso provano vergogna e cercano di nascondere il loro problema, fino a quando perdono il lavoro e gli affetti.
La vita di un giocatore compulsivo è interamente dedicata al gioco, non ci si accorge di niente e di nessuno, n
é di una partner, né di un figlio, né dei problemi familiari, nè delle difficoltà quotidiane. Si esce presto la mattina per recarsi a lavoro ma non per svolgere le proprie mansioni bensì comperare il giornale, consultare siti, leggere forum sul gioco, conoscere i risultati delle partite, delle corse. Si finisce per frequentare solo colleghi di lavoro giocatori. Tornato a casa, la stanza preferita è quella meno affollata, dove rifugiarsi con i propri tabù. Intanto gli anni passano, i figli crescono senza sapere cosa sia una carezza, il compagno/a è costantemente preoccupato, nervoso, stanco delle mille bugie ed innumerevoli segreti, si litiga ininterrotamente. A volte le mogli-i mariti-i compagni esausti e sfiduciati pongono fine al rapporto di coppia, in altri casi, seguono con dedizione il tortuoso percorso intrapreso dal partner.E' inutile cercare di fare da s
é. Ci si deve rivolgere a centri o singoli professionisti specializzati in materia.Un elenco delle principali strutture che possono offrire sostegno, suddivise per Regione, è presente sul sito Gruppo Abele, un'associazione nata a Torino nel 1965 che si propone di aiutare chiunque si trovi in stato di disagio economico, psichico e sociale o, in alternativa, ci si può rivolgere alle ASL di appartenenza.
La cura prevede programmi di riabilitazione personalizzati e svolti in equipe multidisciplinare. Una valutazione psichiatrica con il supporto di strumenti di screening, come i gruppi dei giocatori anonimi, può aiutare a diagnosticare il gioco d'azzardo patologico. Il lavoro consiste nel cercare di correggere le distorsioni. Oltre agli psicologi, ci sono assistenti sociali che operano sulle relazioni familiari e sul recupero dei debiti e medici, il cui trattamento è volto al contenimento del desiderio. Ci sono anche gruppi di auto-aiuto, i Gamblers anonimi, ma solo nelle grandi città.
Il 50% riesce a smettere e non gioca per mesi o anni, si parla di compenso o stabilizzazione, non di guarigione.
Il codice penale italiano prevede in tema di gioco d'azzardo due fattispecie di reato "l'esercizio" e la "partecipazione" disciplinate rispettivamente dagli articoli 718 e 720.
Il primo punisce chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico o in circoli privati di qualunque specie, tiene un gioco d'azzardo o lo agevola. La pena prevista è l'arresto da tre mesi a un anno e l'ammenda non inferiore a euro 206.
Il secondo punisce chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico o in circoli privati di qualunque specie, senza essere concorso nella contravvenzione prevista dall'articolo 718, è colto mentre prende parte al gioco d'azzardo. La sanzione comminata è l'arresto fino a sei mesi o l'ammenda fino a euro 516.
In caso di condanna per l'una o l'altra contravvenzione è ordinata la confisca del denaro impiegato nel gioco e degli oggetti ad esso destinati.
Per "l'esercizio del gioco d'azzardo" la pena è raddoppiata:
- se il colpevole ha istituito o tenuto una casa da gioco;
- se il fatto è commesso in un pubblico esercizio;
- se sono impegnate nel gioco poste rilevanti;
- se fra coloro che partecipano al gioco ci sono minori di diciotto anni.
Per la "partecipazione" la pena è aumentata:
- nel caso di sorpresa in una casa da gioco o in un pubblico esercizio;
- per coloro che hanno impegnato nel gioco poste rilevanti.
I presupposti perché si configuri il gioco d'azzardo sono:
- il fine di lucro
- l'esito del gioco non sia frutto dell'abilità dei giocatori ma dipenda dalla sorte.
Le fattispecie sono perseguibili d'ufficio perché non è necessaria la richiesta di punizione da parte dell'offeso affinch
é si celebri il processo.L'autorità giudiziaria competente è il Tribunale del luogo ove è commesso il fatto di reato.
In un paese in cui la dipendenza da gioco dilaga, non vi è una legge che
disciplina il gioco d'azzardo, ma solo il decreto "Baretta" contenuto nella
Legge di Stabilità, in attesa di approvazione.
Tale decreto suscita
preoccupazioni per la direzione presa dal Governo.
Si intende:
- limitare il finanziamento del fondo per la cura e prevenzione a 50 milioni
di euro, insufficienti rispetto alle dimensioni del fenomeno;
- sono stati previsti 4mila punti in cui scommettere, nonostante
l'abbassamento della soglia dei centri trasmissioni dati;
- riduzione delle concessioni per le sale gioco (il tetto sarà fissato a
15mila).
La situazione è molto articolata e
contraddittoria in quanto, se da un lato sono previste le suddette
riduzioni, dall'altro si sottolinea un incremento della pubblicità del
gioco.
Inoltre sono coinvolti interessi rilevanti
di terze parti i quali contribuiscono rendere
l'argomento molto dibattuto a livello politico.
"Il gioco è bello finchè resta tale, quando diventa dipendenza, assume le vesti della schiavitù".
- Marinelli Giuseppina - Collaboratrice Criminiseriali