Bullismo
: Effetti del fenomeno e proposte socio-educvative
( a cura di Marinelli Giuseppina )
Il bullismo è una forma di comportamento sociale tipico dell’adolescenza di
tipo violento, di natura sia fisica che psicologica, ripetuto nel corso del
tempo e attuato nei confronti di persone considerate dall'attore come un
bersaglio facile e incapace di difendersi.
Colui che agisce come "persecutore" trova piacere nel dominare la vittima
senza mostrare compassione per la sofferenza del "perseguitato"ed è in una
posizione di superiorità spesso a causa dell'età, della forza, della
grandezza o per la sua popolarità nel gruppo.
La vittima presenta, generalmente, fragilità, bassi livelli di autostima o
possiede caratteristiche fisiche considerate come "difetti": è più sensibile
degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi, si
sente isolata e spesso ha paura di riferire gli episodi di bullismo perché
teme vendette. I ragazzi che soffrono per colpa di qualche bullo o di un
gruppo di bulli e coloro che compiono atti di bullismo hanno un'elevata
probabilità di soffrire di ansia, depressione,
attacchi di panico e di sviluppare intenzioni suicide durante
l'adolescenza. A conferma di tale tesi, vi è uno studio, effettuato nella
Duke University a Duham, Carolina del Nord, in base al quale, le vittime del
bullismo così come gli autori, vivono un trauma che li potrebbe avviare ad
un futuro di adulti ansiosi.
Una recente indagine in Italia ha evidenziato
che un ragazzo su tre subisce episodi di violenza verbale, psicologica e
fisica. E' un fenomeno in crescita: sulle 3333 consulenze richieste a
Telefono Azzurro nel biennio 2013-2014 ben 485 sono state di ragazzi che
hanno dichiarato di essere vittime di bullismo. A questa statistica si
aggiunge un'indagine condotta da Doxa Kids su 1500 giovani fra gli 11 e i 19
anni su tutto il territorio italiano, in cui risulta che il 35% degli
intervistati sarebbe vittima di violenza da parte di altri ragazzi.
Tra le conseguenze del bullismo assumono grande rilievo la perdita di
fiducia della vittima nelle istituzioni sociali come la famiglia e la scuola.
I comportamenti da bullo possono talvolta sfociare in
veri e propri reati e se ne possono configurare molteplici fattispecie :
- percosse o lesioni (artt. 581 e 582 cod.pen.);
- danni alle cose, danneggiamento (art.635 cod. pen). [si precisa che il
danneggiamento in sè non è una forma di bullismo ma di vandalismo; se, però,
esso è rivolto ad oggetti di proprietà della vittima del bullo allora
potrebbe considerarsi bullismo]
-ingiuria, se a tu per tu, o diffamazione se di fronte ad altri
(artt. 594 e 595 cod. pen.);
-minaccia (art. 612 cod. pen.);
-molestia o disturbo alle persone (art. 660 cod. pen.).
Inoltre Secondo l'art. 2046 c.c. chiunque è autore di un fatto lesivo
risponde nei limiti in cui è in grado di comprendere il significato della
propria condotta.
Anche il minore infradiciottenne, se considerato maturo, risponde ai reati
da lui posti in essere.
Talvolta il bullismo può essere attribuito anche
alla smisurata tolleranza dei professori e dei genitori: si parla
rispettivamente di "culpa in vigilando" e di "culpa in educando".
A tal proposito L'art. 2048 recita: "Il padre e la madre, o il tutore sono
responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non
emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi.
Anche le istituzioni rivestono un ruolo fondamentale : lo studente ha
diritto a ricevere un'adeguata formazione e la scuola ha il dovere di
impedire atti illeciti che possono arrecare danni di tipo morale,
psicologico, biologico ed esistenziale.
Una ricerca effettuata in varie Nazioni
(Italia, Spagna, Inghilterra, Bosnia Erzegovina) sono stati
sottoposti a preadolescenti e adolescenti questionari tradotti nelle diverse
lingue. Confrontando i dati si è giunti alle seguenti conclusioni: in Italia
le percentuali di bullismo sono più elevate rispetto ad altri Paesi ed è per
questo che si avverte l'esigenza di adeguarsi alle necessità della realtà
sociale (il questionario EQBC, European Questionnaire Bullying and
Cyberbullying, indaga il bullismo sia nelle forme tradizionali sia nelle
forme più recenti attraverso l'uso del cellulare e di internet).
In Senato, a maggio del 2015, è stato approvato con voto unanime un disegno
di legge che è attualmente in esame alla Camera. Esso mira a definire il
fenomeno di cyberbullismo, regola la rimozione dei contenuti offensivi dalla
rete, stabilisce quando debba intervenire il Garante della privacy ed
introduce una misura di ammonimento nel caso di reati commessi da minorenni
con età superiore ai 14 anni. Si potenzia poi l'educazione e la
sensibilizzazione nelle scuole. Dopo ormai un anno dall'approvazione unanime,
non c'è ancora il via libera. Frequentemente, apprendiamo dai mass media
notizie relative a suicidi o tentati suicidi di adolescenti che si sentono
soli, emarginati derisi dai coetanei. Basti pensare all'ennesimo episodio di
bullismo verificatosi a Pordenone lo scorso 18 gennaio che ha visto
protagonista una ragazza di 12 anni, la quale ha deciso di lasciarsi cadere
nel vuoto, riportando lesioni fortunatamente non gravi.
La strategia migliore per combattere il fenomeno è la prevenzione. La scuola,
in virtù del suo ruolo educativo, deve favorire l'autostima dei ragazzi,
insegnare a rispettare le diversità, insegnare l'osservanza ed il rispetto
delle regole di convivenza sociale.
Per combattere il bullismo sono state promosse campagne atte a
sensibilizzare ragazzi e adulti su un problema diffuso e preoccupante, prima
tra tutte quella proposta dal Ministro dell'Istruzione "Smonta il bullo".
“ Il bullismo spezza i rami più belli che un ragazzo o una ragazza
possiede. Poi il tempo passa e nasce un fiore nuovo. Chi non si arrende
vince sempre. Il futuro che aspetta non lo si può deludere.” (Cit. Ines
Sansone, poeta)
- Marinelli Giuseppina -